inside out: amico immaginario

AMICI IMMAGINARI E INFANZIA - Intervista al Prof. Massimiliano Noseda

 

Cos’è un amico immaginario ? Perché molti bambini ne creano uno ? Come dovrebbero comportarsi gli adulti a riguardo ? E soprattutto devono preoccuparsi ? Ce lo spiega il Prof. Massimiliano Noseda in questa intervista rilasciata alla rivista "Diagnosi e terapia", numero 3 del marzo 2018.

 

Cos’ è un amico immaginario ?

E' il frutto di un'amicizia che un soggetto sceglie di intraprendere nella propria immaginazione piuttosto che nella realtà fisica. Più precisamente l'amico immaginario ha solitamente le sembianze di una persona che il bambino ammira e conosce o che vorrebbe conoscere, come ad esempio un personaggio della tv o uno sportivo professionista, o anche quelle di una persona inventata ex novo ma che riassume caratteristiche fisiche e caratteriali che il creatore vorrebbe avere al momento o da grande. Può essere però anche un personaggio dei cartoni animati o, più raramente, un animale o un oggetto animato. Il bambino è comunque sempre consapevole che non si tratta di amico reale anche se gli piace fingere che lo sia. In questo sta appunto il piacere e il divertimento derivato.

 

Per quale motivo alcuni bambini creano uno o più amici immaginari ?

Per tanti motivi. Tra i principali ricordiamo a puro scopo esemplificativo la solitudine, la paura e il timore del giudizio altrui. Alcuni bambini infatti richiamano l'amico immaginario nei momenti di noia o di gioco quando sono soli, altri invece all'ora di dormire per affrontare più serenamente il buio e la fase di addormentamento, altri ancora lo usano come confidente capace di ascoltare senza giudicare, come compagno fedele in grado di custodire i primi segreti che non siamo certi di voler rivelare a terzi per timore di essere traditi, come fonte di sostegno e rassicurazione nei momenti di indecisione o come agnello scarificale per evitare rimproveri e castighi in caso di marachelle. Infine, l'amico immaginario può sopperire anche ad una figura genitoriale mancante o assente e comparire in situazioni di grandi cambiamenti come un trasloco o la nascita di un fratellino. E' comunque spesso una forma di adattamento ad una situazione esterna. Ha poi il grandissimo vantaggio di essere immediatamente disponibile ogni volta che necessita e di scomparire altrettanto velocemente quando non serve più. E' quindi un'esperienza positiva funzionale ai nuovi bisogni della crescita in grado al tempo stesso di far provare emozioni e di scaricare tensioni o preoccupazioni.

 

Si tratta di un fenomeno frequente ?

Si stima che più della metà dei bambini tra i tre e gli otto anni abbiano fatto questo tipo di esperienza. Non è però affatto detto però che i genitori ne siano a conoscenza in quanto molti bambini vivono la relazione in modo intimo e segreto. Con la crescita si maturano interessi più concreti e si cercano relazioni più complesse che possono derivare solo dal rapporto attivo fisico e mentale con un'altra persona. Inoltre nel tempo molte paure e problematiche tipiche dell'infanzia spariscono o trovano possibili soluzioni differenti. Ecco quindi che il ricorso all'amico immaginario si dirada fino a sparire e il tutto si trasforma in un piacevole ricordo d'infanzia.

 

Avere un amico immaginario è indice di malattia o disagio psichico ?

Assolutamente no. Anzi spesso sono al contrario i bambini più creativi a creare e a coltivare questo tipo di relazione che non deve essere di per sè considerata indice di disagio o malattia. Secondo alcuni studi, inoltre, i bambini che hanno avuto un amico immaginario nell'infanzia hanno maggior probabilità di essere meno timidi in età adulta, e di avere maggiori capacità relazionali, empatiche e di problem solving da adulti. Diversi e meritevoli di approfondimento sono invece i casi in cui il bambino si chiude in sè rifiutando qualsiasi rapporto relazionale con coetanei o terze persone ed estraniandosi dal mondo circostante in modo persistente durante diversi momenti della giornata. E' come dire che non possiamo valutare il soggetto di un puzzle guardando un solo tassello, dobbiamo invece considerare tutte le parti per poter esprimere un giudizio sereno e oggettivo. Nella maggior parte dei casi comunque quella dell'amico immaginario è un'esperienza costruttiva e positiva per il bambino che gli consente di sperimentare nuove esperienze relazionali, scoprendo in tal modo se stesso e gli altri. Il tutto in un ambiente sicuro e altamente controllato in quanto è il bambino stesso a decidere regole, tempi e modi di azione e reazione.

 

Come si dovrebbero comportare gli adulti ?

Sebbene la situazione colga spesso impreparati la maggior parte dei genitori, questi dovrebbero comportarsi come se l'amico immaginario esistesse senza enfatizzarlo troppo al tempo stesso. Per il bimbo il gioco è infatti una cosa seria, una sorta di palestra o di laboratorio sicuro e propedeutico alla vita reale. Evitiamo quindi di limitare la sua creatività o la voglia di sperimentare e conoscere umiliandolo, deridendolo o rimarcando che non esiste. D'altro canto evitiamo di dargli troppo peso ad esempio apparecchiando a tavola un posto anche per lui in quanto essendo immaginario mangerà verosimilmente anche del cibo immaginario. Questo anche perchè l'amico immaginario è una sorta di marionetta che risponde ai bisogni e ai comandi del bambino che poco potrebbe gradire l'intromissione di un terzo che muove a suo piacere i fili della relazione che è per sua natura biunivoca. Partecipare in modo discreto al gioco può invece aiutare l'adulto a scoprire molto del bambino incluse possibili paure o problematiche che il bambino non ha magari ancora espresso in forma verbale o di cui non è ancora pienamente consapevole. L'amico immaginario non dovrebbe quindi preoccupare il genitore in quanto nella maggior parte dei casi sparirà da solo, così come è comparso, nel momento in cui avrà terminato di svolgere la funzione per il quale il bambino l'aveva creato.

 

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BING BONG: L'AMICO IMMAGINARIO DI RILEY IN INSIDE OUT

 

In "inside out", Bing Bong è il simpatico amico immaginario di Riley che piange caramelleGuarda su youtube il video a lui dedicato cliccando qui. Con lei avrebbe voluto andare sulla luna sul carretto dei desideri. Bing Bong è l'insieme degli animali che la bambina più amava quando aveva tre anni ( elefante, delfino e gatto ) e ha il corpo di zucchero filato. Per realizzarlo i grafici si sono ispirati ai racconti del regista che amava da bambino mischiare pezzi di biscotti a forma di animali creando creature uniche.

 

La scena in cui Bing Bong scompare nella discarica dei ricordi, dopo essersi sacrificato per consentire a Gioia di raggiungere la vetta, è di certo una delle più toccanti del cartone animato. L'abbandono e la scomparsa dell'amico immaginario costituiscono una fase obbligata nel processo di crescita di Riley e di ogni bambino, un momento necessario per accedere armonicamente alle successive tappe della crescita. Guarda il video su youtube cliccando qui.

 

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EMANUELE: L'AMICO IMMAGINARIO DI MARCELLINO

 

Il tema dell'amico immaginario non è un elemento nuovo nella letteratura per l'infanzia.

 

Nel libro "Marcellino, pane e vino" di Josè Maria Sanchez Silva, da cui è tratto il famoso film di Ladislao Vajda del 1955, si parla in diversi punti di Emanuele, l'amico immaginario di Marcellino.

 

"Nei suoi trastulli, Marcellino aveva sempre vicino una persona invisibile: si trattava del primo bambino da lui conosciuto in vita sua. I fatti andarono così. Una famiglia, dovendosi trasferire da un paese all'altro, fu autorizzata dal Padre Superiore ad accamparsi vicino al convento, per potersi rifornire di acqua e di altre cose di cui aveva bisogno. Il più piccolo dei componenti della famiglia era Emanuele, un ragazzo della stessa età di Marcellino. L'incontro fu breve e i due bambini ebbero appena il tempo di fare qualche gioco insieme e di scambiarsi due parole. Eppure Marcellino non riuscì a dimenticarlo. Da allora in poi Emanuele era sempre al suo fianco e tanto viva era l'illusione con cui Marcellino lo vedeva, con quel ciuffetto di capelli biondi che gli scendevano fin sugli occhi e il nasino all'insùpiuttosto sporco, che arrivava a dirgli: < Ma Emanuele, scansati un poco! Non vedi che mi disturbi ? >."

 

"Il piano d'azione era pronto e vi prendevano parte l''amico invisibile Emanuele e ( il gatto ) Mochito, che se ne stava con gli occhi socchiusi vicino al fuoco della cucina. < Guarda, Emanuele: bisogna salire. Io faccio come l'altra volta: porto in mano il mio bastone e i sandali. Appena arrivo alla porta, l'apro un pochino e sto ad osservare per un bel pezzo, per vedere se l'uomo si muove. Se si muove, ce la diamo a gambe. Se no, apro col bastone il finestrino e guardiamo bene. Mentre faccio tutto questo, tu stai di guardia. Capito, eh ? Sai, se capitano i padri, son pasticci >. "

 

" < Attento, Emanuele! > disse all'amico invisibile. E proseguì fino in cima. "

 

Nel 2000 la Nippon Animation ha prodotto un anime in 26 episodi basato sulla storia di Marcellino. Tale cartone animato non è stato a oggi trasmesso in Italia. La versione animata di Marcellino è visionabile nella sigla a questo link.

 

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LA BALENA GIUSEPPINA: L'AMICA IMMAGINARIA DI CHOPPY

 

"Adios Josefina" è un altro libro meno noto di Josè Maria Sanchez Silva, non tradotto in italiano, da cui è però stato realizzato un famoso anime in 23 episodi nel 1978 dal titolo "La balena Giuseppina" che è stato trasmesso anche in Italia. Giuseppina è una balena, amica immaginaria di Choppy, un bambino timido e insicuro. Solo Choppy può vederla. Giuseppina vive nel bicchiere sul suo comodino ed è in grado di volare, diventando all'occorrenza piccola fino a nascondersi in un taschino o grande al fine di trasportare sul suo dorso Choppy in molte avventure.

 

L'anime si conclude con la crescita di Choppy e l'inevitabile separazione da Giuseppina. Crescendo infatti Choppy matura e fa amicizia ( solo amicizia ? ) con Serya, una sua coetanea, tanto da avere sempre meno bisogno dell'aiuto di Giuseppina e tempo da dedicarle. Pertanto nel momento in cui Choppy diventa in grado di affrontare la vita da solo, Giuseppina si congeda da lui, dicendogli "ormai le nostre strade si dividono, nel mondo degli adulti non c'è posto per le balene". Il compito di Giuseppina è infatti terminato e la sua nuova missione sarà quella di andare ad aiutare altri bambini ad acquisire sicurezza e a motivarli nelle prime fasi della crescita.

 

Al tema dell'amico immaginario sono dedicate anche le parole della sigla della serie italiana che puoi ascoltare cliccando qui e leggere di seguito

 

LA BALENA GIUSEPPINA ( voce di Giampaolo Daldello, testo di Mario Biondi e musica di Gianfranco Tadini )

La balena Giuseppina
non si tocca, non si vede,
solamente chi ci crede può tenersela vicina
la balena Giuseppina

Io ho qualcosa che gli altri non hanno,
io so qualcosa che gli altri non sanno,
la tengo stretta nella mia mano
e se la schiudo lei vola lontano.

Con Giuseppina io posso volare,
con Giuseppina io posso giocare,
con Giuseppina io posso sognare,
con Giuseppina paura non ho.

La ba-balena Giu-Giuseppina
la ba-balena, la balenina
sei tanto grande così piccina

La balena Giuseppina
non si tocca, non si vede,
solamente chi ci crede può tenersela vicina
la balena Giuseppina.

Io ho qualcosa che gli altri non hanno,
io so qualcosa che gli altri non sanno,
la tengo stretta nella mia mano
e se la schiudo lei vola lontano.

Con Giuseppina io posso volare,
con Giuseppina io posso giocare,
con Giuseppina io posso sognare,
con Giuseppina paura non ho.

 

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IL MIO AMICO IMMAGINARIO di A.F. Harrold

 

"Il mio amico immaginario" di A.F. Harrold è un libro del 2014, edito da Mondadori per la versione italiana, che racconta la storia di Rudger. Chi è Rudger ? Per usare le parole della quarta di copertina "Rudger è il miglior amico di Amanda. Non è reale. D'altronde nessuno è perfetto."

 

Un romanzo contemporaneo basato sul mondo degli amici immaginari che trae spunto dall'illimitata e pura fantasia dei bambini.

 

Tra le diverse situazioni presenti nel libro, interessante l'evidente contrasto tra la mamma di Amanda che, pur non vedendo l'amico immaginario, asseconda la figlia chiedendo serenamente notizie su di lui nei vari momenti della giornata e presentandoli entrambi a terzi come la babysitter, e la mamma di Julia che invece, fortemente preoccupata per le affermazioni della figlia, decide di portarla subito dallo psichiatra.

 

Da menzionare inoltre anche la grande varietà possibile di "amici immaginari" presenti nel libro che possono essere non solo persone ma anche animali o oggetti animati, reali o fantastici.

 

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