la pasqua

COSA E' LA PASQUA ? - Intervista al Prof. Massimiliano Noseda

 

Cosa è la Pasqua ?

La Pasqua cristiana è una festività religiosa che celebra la resurrezione di Gesù Cristo avvenuta, secondo le Sacre Scritture, dopo tre giorni la sua morte in croce. Questo è infatti quello che raccontano tutti e quattro gli evangelisti ( Giovanni, Matteo, Marco e Luca ) sebbene con qualche differenza. I racconti concordano infatti sulla presenza di Maria di Magdala presso il sepolcro vuoto ma differiscono sia sul numero di donne che l'accompagnavano sia sul numero di angeli ( uno o due ) che incontrarono. La Pasqua cristiana, detta anche di resurrezione, differisce dalla Pasqua ebraica, detta anche di liberazione. Quest'ultima è descritta nell'Esodo, un libro del Vecchio testamento, e celebrava invece la liberazione dalla schiavitù egiziana degli Ebrei ad opera di Mosè e l'inizio di una nuova vita con Dio nella terra promessa. Più precisamente, la parola Pasqua deriva dall'aramaico pesach e significa "passare oltre, tralasciare". Deriva infatti dal racconto della decima piaga secondo cui il Signore vide il sangue d'agnello sulle case delle porte dei credenti e "passò oltre" decretando invece la morte dei primogeniti degli egiziani, compreso quello del faraone. La Pasqua ebraica durava 7 giorni e in questo periodo ad un ebreo ortodosso è fatto divieto di consumare pane lievitato che deve essere sostituito da pane azzimo, lo stesso che consumarono gli Ebrei in fuga dall'Egitto. Per questi motivi la Pasqua ebraica è anche detta "la festa degli azzimi" e in occasione di questa festività si consuma ancora oggi carne d'agnello e pane azzimo.

 

Cosa è e come è strutturata la Settimana Santa ?

E' la settimana che precede la Pasqua. In estrema sintesi, possiamo dire che inizia con la domenica delle Palme che ricorda l'ingresso di Gesù a Gerusalemme durante il quale la folla lo salutava agitando foglie di palma. Da qui la tradizione delle chiese cattoliche di distribuire in questa occasione ramoscelli di ulivo benedetto ai fedeli. Dal lunedì al mercoledì le funzioni ricordano il tradimento di Giuda per trenta denari fino ad arrivare al Giovedì Santo che prevede due momenti paricolari: la Messa del Crisma, celebrata dal Vescovo la mattina, che include la consacrazione degli olii santi che verranno utilizzati nell'anno successivo per alcune funzioni religiose come la Cresima, la nomina di nuovi sacerdoti e l'unzione degli infermi, e la Messa in Cena Domini che ricorda l'Ultima cena del Signore e dove si ripete la lavanda dei piedi. Durante il Venerdì Santo si ricorda la morte di Gesù sulla croce sia attraverso la caratteristica Via Crucis sia attraverso il digiuno ecclesiastico che prevede l'astensione dal consumo di carni. Il Sabato Santo è caratterizzato dalla Veglia pasquale e mentre la Domenica di Pasqua si celebra la Messa di Resurrezione.

 

Come mai la Pasqua ha una cadenza variabile nel nostro calendario e come si calcola esattamente ?

Perchè è legata al ciclo lunare e non a quello solare che noi siamo soliti utilizzare per contare il tempo. Più precisamente la domenica di Pasqua è la prima domenica dopo il primo plenilunio successivo all'equinozio di primavera. Praticamente può quindi cadere tra il 22 marzo e il 25 aprile. Inoltre la Pasqua è detta bassa quando è festeggiata tra il 22 marzo e il 2 aprile, media tra il 3 e il 13 aprile e alta tra il 14 e il 25 aprile. Strettamente dipendenti dalla cadenza della Pasqua sono la Quaresima, ovvero il periodo di quaranta giorni di astinenza e digiuno che precedono tale festività, e le Pentecoste, che letteralmente significa cinquantesimo giorno e che si celebra infatti cinquanta giorni dopo, e che secondo la tradizione ebraica celebra il dono di Dio della legge al popolo ebraico sul Monte Sinai mentre secondo la tradizione cristiana la discesa dello Spirito Santo.

 

Il tema della resurrezione è presente anche in altre culture o religioni ?

Si. Nella mitologia egizia, per esempio, il dio Osiride, ucciso dal fratello Seth, venne risuscitato dalla moglie Iside diventando il Dio dell'oltretomba e il giudice dei morti. Anche nella mitologia greca ci sono diversi riferimenti alla resurrezione: per esempio Samele concepì Dioniso, un antica divinità arcaica, dopo un incontro amoroso con Giove. Ciò scatenò le ire della legittima moglie Era che provocò la morte della donna con un inganno. Nato semidio e diventato adulto, Dioniso riuscì a raggiungere il regno del morti per riprendersi l'anima della madre riportandola sull'Olimpo dove Giove al rese immortale. Invece nella cultura araba la fenice è un uccello mitologico che ha la caratteristica di poter rinascere dalle sue ceneri. Infine, in alcune religioni orientali, si parla invece di reincarnazione per indicare il passaggio di un'anima da un corpo all'altro di rango superiore o inferiore sulla base del bene o del male commesso in vita.

 

Come mai a Pasqua si scambiano le uova ?

Nel mito della creazione di moltissime civiltà la vita nasce da un uovo, il cosidetto uovo cosmogonico. Esso è nominato infatti dagli Assiri, dai Babilonesi, dai Fenici, dai Greci, ma è presente anche nella cultura nordica ( Finlandia e e Svezia ) in quella indonesiana, così come nelle leggende di molte popolazioni dell'America centro-meridionale e dell'Africa occidentale. L'osservazione che da un oggetto apparentemente inanimato, l'uovo appunto, possa dare origine alla vita ha fatto si che l'uovo sia stato utilizzato anche nella cultura cristiana dove la nuova vita nasce, o meglio rinasce, da un luogo apparentemente inanimato, ovvero il sepolcro. Sebbene già presso i Persiani, gli Egiziani, i Greci e i Cinesi era diffusa la tradizione di donare le uova come segno di buon auspicio in occasione del cambio di stagione, l'abitudine allo scambio di uova in occasione della Pasqua cristiana si sviluppò prevalentemente nel Medioevo in principio come forma di regalo alla servitù. Le uova venivano spesso bollite e avvolte nelle foglie o disposte in cesti insieme ai fiori. Spesso si trattava delle uova accumulate e non consumante durante il periodo di digiuno pasquale. Aristocratici e nobili erano invece soliti commissionare ad artigiani uova in argento, platino o oro che erano veri e propri oggetti ornamentali di un certo pregio e valore. Particolarmente noto è l'uovo che l'orafo Peter Carl Fabergè confezionò nel 1883 su commissione dello Zar Alessandro III Romanov per la Zarina Maria. Si trattava di un uovo di platino che al suo interno conteneva un uovo d'oro e che a sua volta conteneva due doni: una riproduzione della corona imperiale e un pulcino d'oro. Da qui nacque probabilmente l'abitudine di inserire una sorpresa nell'uovo e la successiva abitudine di rivolgersi a pasticcieri per acquistare le più economiche uova di cioccolato. Sebbene l'abitudine di consumare il cioccolato in forma d'uovo è legata alla Pasqua, alcune aziende produttrici di cioccolato propongono l'ovetto di cioccolato con regalo annesso in ogni periodo dell'anno.

 

Qual è il tipico dolce pasquale ?

Sebbene le diverse tradizioni regionali annoverano diverse usanze in occasione della Pasqua ( la pizza pasquale a Civitavecchia, la pecorella di marzapane in Puglia, la Pastiera in Campagna e la Cassata in Sicilia, etc ) il dolce più tipico è sicuramente la colomba. La produzione industriale iniziò in Lombardia negli anni Trenta presso gli stabilimenti della Motta che pensò di realizzare un dolce pasquale con gli stessi macchinari che a Natale producevano il panettone ma sfruttando una ricetta diversa a base di farina, burro, uova, zucchero, buccia d'arancia candita e con una ricca glassatura alle mandorle. Secondo altri però la ricetta non era originale e derivava dalla cultura longobarda dato che qualcosa di simile era probabilmente già noto ai tempi del re Alboino e della regina Teodolinda. Differenti sono invece le colombe pasquali siciliane, dette anche pastifuorti, che oltre a poter assumere la forma di galletto, rombo o canestro con tanto di uovo incluso, in alternativa a quella più tipica di colombetta, sono fatte invece di zucchero, farina e cannella. Non può, infine, essere dimenticato il classico uovo di cioccolato che nacque probabilmente in Piemonte nel 1725 quando la bottegaia Benedetta Giambone ebbe l'idea di ricoprire i gusci l'uovo con del cioccolato in seguito all'importazione del cacao per volere di Caterina di Spagna, sposa del duca Carlo Emanuele I di Savoia, che aveva portato alla diffusione negli ambienti di lusso della cioccolata da bere già nella seconda metà del 1500.

 

Cosa sono in informatica le Ester Eggs ?

Le Ester Eggs, ovvero le uova di Pasqua, sono contenuti innocui e solitamente divertenti che i progettisti o gli sviluppatori di un prodotto informatico nascondono nel prodotto stesso. Un esempio tipico sono i frammenti di videogiochi attivabili con determinate pressioni su particolari combinazioni di tasti. Ad esempio in Google Chrome quando non c'è connessione appare un dinosauro che, se si preme la barra spaziatrice, inizierà a saltare e si avvierà un simpatico gioco dove il dinosauro è intento a saltare dei cactus e a schivare uccelli. Il termine è stato poi utilizzato anche in altri ambiti, indicando contenuti nascosti all'interno di film o episodi di serie televisive.

 

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DECORIAMO LE UOVA

 

Per decorare le uova è possibile usare uova sia sode sia vuote. Nel primo caso le uova vanno messe in un pentolino, ricoperte d'acqua e portate ad ebollizione. Lasciamole quindi a bagno per ulteriori 20 minuti, coprendo il pentolino con un piatto e scolandole ad acqua ormai fredda. Nel caso in cui si prefersca invece usarle vuote è necessario fare un buco alle due estremità e soffiarci dentro per fare uscire tutto il contenuto che potrà essere usato per la preparazione di altri piatti come ad esempio una frittata.

 

Per la fase di colorazione si possono utilizzare coloranti naturali o sintetici. Nel primo caso è possibile preparare un brodo vegetale mettendo in una pentola 5-10 centrimetri il vegetale di cui si vuole sfruttare il colore: succo d'uva, bietole o vino per il viola, caffè per il marrone, bucce di cipolla per il giallo, spinaci per il verde, cavolo rosso per il rosso. Fare bollire per almeno 30 minuti e lasciar raffreddare il tutto con l'aggiunta di due cucchiai di aceto. Aggiungere quindi le uova crude e far bollire a fuoco lento il tutto per almeno 10 minuti. In alternativa la colorazione può essere anche fatta con l'aggiunta delle uova a freddo al decotto ma in questo caso la colorazione sarà decisamente più tenue. Nel caso in cui si vogliano invece utilizzare colori sintetici e possibile optare per diverse soluzioni. Con i pastelli a cera è preferibile colorare le uova sode ancora tipide in modo che il calore favorisca lo scioglimento della cera e il procedimento richieda una pressione minima in modo da non danneggiare il guscio. Con pennarelli atossici o tempere acriliche è invece possibile colorare le uova quando fredde.

 

Esistono però anche altre interessanti tecniche di decorazione. E' possibile ad esempio pennellare l'uovo sodo e ormai freddo con colla tipo vinavil e rotolarlo in zucchero o chicchi di riso. Questi possono essere a loro volta pre colorati prima dell'applicazione. Più complessa ed articolata è invece la decorazione con fili da ricamo o l'applicazione di parti in carta o cartone.

 


La consuetudine di colorare le uova a Pasqua trova le sue radici sia nel mondo pagano sia in quello cristiano. Nel primo caso la leggenda narra che con l'arrivo della primavera un coniglietto era solito lasciare in giro uova colorate per far felice e celebrare Ostara, divinità germanica, personificazione della fertilità. Da qui l'usanza in tale cultura di nascondere le uova dipinte in giardino per farle ritrovare ai bambini in una sorta di caccia al tesoro. Secondo invece la tradizione cristiana si narra che Maria Maddalena avesse con sè un cesto di uova quando giunse al sepolcro e lo trovò vuoto. Dall'incredulità dell'Imperatore Tiberio alle sue parole, ovvero "crederò a ciò che dici solo se le uova contenute in quel cestino diventeranno rosse!", nacque l'usanza di donare in concomitanza della Pasqua uova rosse, consuetudine ancora in voga in alcune città della Grecia e dell'Italia, come ad esempio Ischia e Caltanissetta.

 

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STORIE DI UOVA: HANS CHRISTIAN ANDERSEN E IL BRUTTO ANATROCCOLO

                Hans Christian Andersen ( 1805 - 1875 )

          "Non importa che sia nato in un recinto d'anatre:

           l'importante è essere uscito da un uovo di cigno". 

                              (Il brutto anatroccolo)

 

Hans Christian Andersen nacque nel 1805 nella città danese di Odense da una famiglia estremamente povera e disagiata. Nonostante l'attività di ciabattino, il padre nutre aspirazioni decisamente superiori al suo status sociale riferendo anche in più occasioni una discendenza dalla famiglia reale danese che si rivelerà però essere infondata. L'uomo, trascorre molto tempo a leggere e a girovagare per i boschi, passioni che trasmetterà anche al figlio Hans. Anche la madre, divenuta alcolista dopo la morte del marito, crede molto nelle potenzialità del figlio dilettandolo fin da piccolo con racconti popolari che stimoleranno in lui i primi interessi per il genere fiabesco. Tali aspettative sono fomentate anche da una vecchia saggia del paese che ripeteva spesso alla donna "Un giorno Odense si illuminerà a festa per ricevere tuo figlio".

 

Scartato inizialmente dal mondo del teatro in quanto troppo magro e introverso per calcare le scene, Hans è costretto inizialmente a fare il garzone di bottega e l'operaio in una fabbrica di sigarette della capitale. Schernito e rifiutato dai suoi compagni di lavoro, ha la fortuna di conoscere un influente uomo pubblico, Jonas Collin, che gli consente di iniziare a frequentare l'alta borghesia, ovvero il mondo tanto desiderato a cui avrebbe voluto da sempre appartenere. Preso anche in simpatia dal re di Danimarca Federico VI, viene iscritto a spese del monarca alla Scuola di grammatica e latino di Slagese dove inizia un primo corso di studi. Continua tuttavia ad essere oggetto di derisione da parte dei compagni sia per l'inserimento in una classe molto più giovane di lui sia per i frequenti errori ortografici che indussero il sospetto di dislessia anche se erano più probabilmente dovuti all'incompletezza e alla frammentarietà della formazione ricevuta in precedenza. Sempre per interessamento del suo tutore adottivo Jonas Collin, Hans si iscriverà nel 1828 all'Università frequentando la Facoltà di filosofia.

 

L'attività letteraria di Andersen comincia di fatto al termine degli studi universitari. Sebbene sia anche autore di romanzi e di un'autobiografia, è oggi ricordato soprattutto come autore di fiabe per bambini. Tra le più note vale la pena di ricordare La principessa sul pisello (1835), Mignolina (1835), La sirenetta (1837), La regina delle nevi (1844) da cui è ispirato il cartone animato della Disney Frozen, Il soldatino di stagnoLa piccola fiammiferaia e Il brutto anatroccolo (1845). In pochi casi, come ad esempio ne La principessa sul pisello o ne I vestiti nuovi dell'Imperatore, i suoi racconti vengono riproposti inalterati dalle memorie d'infanzia e dal folklore popolare. Nella maggiorpare dei casi invece la tradizione orale viene presa come semplice spunto e rielaborata sulla base di invenzioni e aggiunte personali o elementi spesso autobiografici andando a costituire un racconto nuovo che può essere definito fiaba d'autore. Per esempio ne Il soldatino di piombo la danzatrice trae ispirazione da colei che lo derise da giovane per i suoi modi sgraziati e le sue continue lettere di raccomandazione, La principessa sul pisello nasce da un litigio con l'amica Henriette Wulff, Mignolina trae spunto dalla costiutuzione fisica della stessa, mentre Cinque in un bacello nasce dal ricordo di un vaso posto davanti alla casa dello scrittore in cui erano piantati una piantina d'aglio e una di piselli.

 

Il brutto anatroccolo vuole invece essere un racconto metaforico che celebra, con il raggiungimento della fama e del riconoscimento del valore letterario delle sue opere, la rivalsa dell'emarginazione sociale e delle derisioni a lungo subite e sofferte nell'infanzia e nell'adolescenza conseguemente al suo stato sociale e al suo aspetto fisico. 

 

Apri il pdf seguente per leggere il racconto in versione integrale.

 

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STORIE DI UOVA: CALIMERO

 

Calimero è un pulcino piccolo e nero che appare in Carosello per la prima volta il 14 luglio 1963 come testimonial di Mira Lanza, una società prosuttrice di saponi e detersivi. Nel primo sport pubblicitario in bianco e nero, Calimero è un pulcino palesemente discriminato per il colore nero del suo piumaggio. Solo in seguito però si scopre che il suo colore è dovuto all'effetto della fuliggine in cui è caduto accidentalmente e che viene eliminata dall'Olandesina per effetto del lavaggio con il detersivo precedentemente citato. Calimero torna così ad essere bianco e felice come i suoi fratelli. Evidenti sono quindi le affinità della storia con quella del brutto anatroccolo di Hans Christian Andersen. Clicca sull'immagine del presente box per vedere lo spot in questione su youtube.

 

Calimero, già molto noto in ambito televisivo negli anni Sessanta e Settanta, è diventato nel tempo un personaggio icona delle battaglie sociali contro le ingiustizie e la discriminazioni. Indimenticabili sono infatti alcune sue frasi ricorrenti come ad esempio "E' un'ingiustizia però!", "Eh, ma che maniere!", "Qui tutti ce l'hanno con me perchè sono piccolo e nero...". 

 

Molto noto anche tra i più piccoli grazie ad alcune serie televisive a cartoni animati, è stato infine anche protagonista nel 2013 di una nuova serie 3D di 104 episodi di 11 minuti ciascuno in cui la voce storica di Ignazio Colnagni è stata sostituita da quella di Davide Garbolino. Quest'ultima serie porta un'evidente ondata di innovazione e tecnologia nel mondo rurale che caratterizzava le prime storie di Calimero. Inoltre, il personaggio stesso, anche grazie al supporto di fidati amici come la fidanzatina Priscilla e l'amico Valeriano, risulta essere più propositivo e determinato nell'affrontare ingiustizie sociali e vari aspetti della vita quotidianaInvariato è invece in look iniziale con il caratteristico guscio d'uovo in testa.

 

Citazione didattica e culturale: tutti i diritti del personaggio sono degli eredi di Nino e Toni Pagot e per la serie italiana in 3D in DVD di Cinehollywood.

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STORIE DI UOVA: UN'ALVEARE DI AVVENTURE PER L'APE MAGA'

 

La serie animata de "Le avventure dell'Ape Magà" è un anime giapponese in due stagioni di 91 episodi totali creato fra il 1970 e il 1971 da Tatsuo Yoshida e prodotto dalla Tatsunoko. La serie ebbe fin da subito un discreto successo tanto che nel 1974 venne prodotto anche un seguito in 26 episodi dal titolo "Il ritorno dell' Ape Magà". Tuttavia tali racconti vennero criticati nel loro insieme da molti educatori per i toni spesso cupi e violenti delle storie raccontate che non di rado esitavano in lotte e battaglie cruente tra gli insetti in grado di portare anche alla morte delle parti coinvolte. Atmosfere e tematiche, quindi, molto diverse da quelle proposte invece dalla serie concorrente "L'ape Maia" trasmessa in Tv più o meno negli stessi anni. Motivo per cui le avventure dell'Ape Magà vennero per anni proposte in Italia solo da emittenti locali.

 

Nel 1989 venne realizzato il remake dell'anime denominato "Di fiore in fiore con l'Ape Magà" con la realizzazione di storie totalmente nuove e una trama molto più leggera e adatta ad un pubblico più giovane mentre nel 1995 venne proposto un riadattamento americano delle prime due serie intitolato "Un'alveare di avventure per l'Ape Magà" in cui gli episodi o le scene più violente vennero tagliati e rimontati in una serie unica di 65 episodi.

 

La storia di Magà inizia con l'invasione dell'alveare da parte delle vespe che ne divorano le uova e costringono le api a fuggire. Tuttavia, un uovo si salva casualmente dalla crudele mattanza, in quanto nascosto sotto una foglia, ritrovato da una femmina di Bombo e allevato insieme ai suoi. Nonostante l'atto di amore dell'insetto, alla schiusa delle uova Magà non verrà accettata dai nuovi fratelli, evento che la porterà a lasciare la famiglia adottiva per ricercare la sua vera madre. Dopo un viaggio alla scoperta del mondo naturale, in cui alcuni insetti si mostreranno amici sinceri e altri infidi nemici, Magà ritroverà la madre, l'ape Regina, e la sorella Maya. L'incipit e il lieto fine hanno quindi evidenti affinità con il racconto del brutto anatroccolo di Hans Christian AndersenClicca qui per vedere su youtube il primo episodio e la storia dell'uovo.

 

Si noti infine che nella serie originale Magà non è un ape ma un fuco e quindi è di genere maschile e non femminile. Si chiama infatti Hacchi. Si ritiene che probabilmente tale variante venne introdotta nel doppiaggio italiano per rendere il personaggio più simile a Maia che negli stessi anni ebbe molto successo sulle reti nazionali Rai e che in Italia venne trasmesso temporalmente prima. Solo nella serie più recente "Un'alveare di avventure per l'ape Magà" il doppiaggio italiano utilizza il maschile per riferirsi al fuco che però mantiene il nome Magà ( il titolo del primo episodio italiano è infatti "Benvenuto Magà").

 

Citazione didattica e culturale: tutti i diritti della serie televisiva sono di Tatsuo Yoshida - Tatsunoko e di  EXA Cinema - One Movie per la serie italiana in DVD

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